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Comunità virtuale dei sordi

Esperienze di vita

Il palcoscenico dell’oralismo: applausi per una finta inclusione

Testimonianza di Francesco*

verofalso6-2-300x200 Il palcoscenico dell’oralismo: applausi per una finta inclusione

Ricordo con lucidità ciò che accadeva alla fine di ogni estate, quando — come da tradizione — venivano organizzati spettacoli teatrali all’interno dell’istituto, di fronte a un pubblico composto da autorità, amici, genitori e parenti.

I protagonisti principali venivano selezionati tra gli studenti sordi che parlavano bene a voce, incaricati di leggere ad alta voce messaggi e annunci scritti da docenti udenti.

Proprio io ero tra questi studenti.

Gli altri, quelli che non parlavano fluentemente a voce, venivano relegati a ruoli secondari: figuranti, mimi o interpreti di scene esclusivamente visive, spesso prive di parole e centrate più sull’aspetto estetico che espressivo.

L’obiettivo era duplice:

  • costruire un apparente equilibrio, per soddisfare le aspettative del pubblico — in particolare dei genitori e parenti
  • e far credere che tutti gli studenti fossero coinvolti, anche se in ruoli ben distinti, secondo le loro “capacità verbali”.

Alla fine, tutto il pubblico finiva per credere davvero che l’istituto avesse fatto un ottimo lavoro: era riuscito a far parlare a voce tutti gli studenti sordi. È vero, io parlavo bene.

E per anni ho portato con orgoglio il fatto di essere uno dei quindici sordi dell’istituto capaci di parlare a voce. Ma poi, nei momenti più importanti — durante le conversazioni, le interviste, i dibattiti — tutto avveniva in italiano parlato, e per me diventava inaccessibile.

Mi sono accorto che non bastava far vedere che parlavo bene.

Una volta sono andato a uno spettacolo teatrale completamente in LIS: è stata la prima volta che mi sono sentito davvero incluso.

Tutto era accessibile agli occhi: annunci, risposte, conversazioni, persino le battute. In quel momento ho capito: sì, i sordi possono anche parlare bene — e va bene così — ma poi cosa accade se tutto continua ad avvenire a voce?

Gli udenti parlano tra loro, i sordi restano fuori. In LIS, invece, questo non succede.

Oggi io uso sia la LIS che la voce. E solo adesso posso dire di sentirmi davvero completo. Davvero accessibile.

Comunque, detto questo, ogni volta che vedo sordi ‘rappresentati’ mentre parlano davanti al pubblico, sono ormai convinto che siano stati selezionati tra quelli che parlano meglio a voce.

E se davvero la mia testimonianza fosse vecchia o superata, allora perché non ci mostrano un campione casuale di sordi che parlano bene a voce, per verificare se davvero tutti i sordi comunicano fluentemente in italiano parlato, come spesso viene fatto credere?

Sarebbe interessante vedere quanti, davvero, riescono a comunicare efficacemente in contesti reali e spontanei.

 

* Il nome riportato in questa testimonianza è stato cambiato per rispetto della privacy.

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