❌ FALSO
L’idea che “tutti i nuovi sordi diventano udenti grazie all’impianto cocleare” è una narrazione propagandistica, costruita per giustificare l’esclusione della Lingua dei Segni, l’eliminazione dell’identità sorda e l’assimilazione al modello udente.
Ogni giorno, a molte famiglie viene detto: “Con l’impianto cocleare, vostro figlio potrà sentire di nuovo”. Ma è davvero così? Le testimonianze raccontano un’altra verità: una realtà fatta di promesse esagerate, frustrazioni nascoste e scelte non libere.
Cos’è (e cosa non è) un impianto cocleare
L’impianto cocleare è una protesi elettronica che stimola direttamente il nervo acustico nei casi di sordità profonda. Non restituisce l’udito naturale: il suono percepito è artificiale, metallico, faticoso da interpretare. Non equivale a “sentire” come un udente, ma a decodificare diversamente il mondo sonoro.
Fatti che vengono ignorati
- Non tutti i bambini impiantati sviluppano una percezione utile del suono
- Alcuni non rispondono affatto
- Altri percepiscono suoni ma non comprendono il linguaggio
- Molti necessitano di anni di logopedia intensiva senza raggiungere una comunicazione fluida
- Udire non significa diventare udente
- L’impianto non trasforma un bambino sordo in udente
- La percezione resta diversa, spesso accompagnata da isolamento e frustrazione, soprattutto senza accesso alla LIS
- Molti rifiutano l’impianto o smettono di usarlo
- Alcuni lo tolgono, altri lo tengono acceso ma lo usano poco o niente
- Queste esperienze sono diffuse ma raramente dichiarate pubblicamente
- “Diventare udente” è una costruzione ideologica
- Si accetta il bambino solo se si adatta al modello udente
- È una forma di ricatto simbolico: “O ti adatti, o non vali”
Il mito pericoloso: “Restituisce l’udito”
Dire che l’impianto “restituisce l’udito” è come dire che una gamba meccanica “restituisce la corsa”: non tiene conto della realtà soggettiva e complessa vissuta da chi lo porta. La sordità non si corregge con un’operazione. Il cervello delle persone sorde ha strategie sensoriali e linguistiche differenti, che meritano rispetto.
Ma c’è una domanda che i medici non hanno mai saputo davvero spiegare:
Se fosse davvero vero che tutti i sordi diventano udenti grazie all’impianto cocleare, perché un numero crescente di persone impiantate sceglie comunque di entrare nella comunità sorda e imparare la LIS?
Perché cercano proprio ciò che l’impianto non può dare: una lingua piena, una cultura di appartenenza, una comunicazione autentica, non condizionata da apparecchi e aspettative esterne.
I limiti nascosti
- Molti non sviluppano linguaggio parlato spontaneo
- Altri abbandonano l’impianto per disagio, malfunzionamenti o frustrazione
- Alcuni perdono completamente l’udito residuo
- Molti adulti raccontano che l’impianto non li ha mai fatti “sentire come gli altri”
Ma queste storie non compaiono nei dati ufficiali: rovinerebbero la narrazione del “progresso”
Evidenze: studi e dati
- Un articolo “Fallimento chirurgico dell’impianto cocleare: una sfida diagnostica” – Centro Ricerche e Studi Amplifon (ORL.news, 2022): 1.004 interventi, 72 insuccessi (7,2%)
72 insuccessi = 7,2%? Quindi 92,8% di successo?
No, attenzione: ciò indica solo che l’intervento è tecnicamente riuscito, non che la persona senta al 100%. Significa solo che: “l’intervento chirurgico si è concluso senza complicanze tecniche evidenti e il dispositivo funziona da un punto di vista meccanico”.
I numeri reali potrebbero essere più alti
Il 7,2% di insuccessi è un dato dichiarato, ma molti esperti ritengono che il numero reale sia più alto. Questo perché:
- molti pazienti abbandonano l’impianto senza dirlo ai centri, per paura di deludere i medici
- alcuni dottori obbligano o manipolano i pazienti a dichiararsi soddisfatti del risultato
- le famiglie, spesso, non denunciano i problemi per timore di essere colpevolizzate
- i dati positivi vengono amplificati, mentre quelli negativi restano nascosti nei corridoi ospedalieri
Tanti bambini, manipolati, credono di aver sentito un suono, interpretato dai medici come “sente al 100%”, illudendo i genitori.
Peggio ancora: alcuni bambini udenti che hanno perso l’udito hanno ricevuto l’impianto cocleare, e i medici hanno presentato il recupero uditivo come prova che “tutti i sordi hanno ripreso l’udito”, facendo credere che valga per tutti, quando non è così.
Con il tempo, molti genitori si accorgono che:
- alcuni figli non usano più l’impianto
- non parlano come sperato
- restano isolati e senza accesso alla LIS
- molti, invece, imparano la LIS e trovano accoglienza nella comunità sorda
Infatti, nel rapporto manca ciò che il 92,8% non dice:
- Quanti non lo usano più
- Quanti bambini non parlano
- Quanti vivono disagio psicologico
- Quanti hanno perso l’udito residuo
- Quante famiglie si sono pentite
- Quanti lo rifiutano in età adulta
- Quanti sono rimasti isolati, senza LIS
Perché si continua a proporlo come unica via?
- Interesse economico
- Un impianto può costare anche 25.000 €, senza contare i costi aggiuntivi per logopedisti, terapie post-operatorie e manutenzione tecnica
- Aziende, ospedali e medici ci guadagnano
- Le lobby impediscono il riconoscimento di strade alternative
- Ideologia medica
- La sordità è ancora vista come un difetto da “riparare”
- L’impianto è esaltato come traguardo tecnico, non come libera scelta
- Negare i fallimenti per salvare il sistema
- Ammettere i limiti significherebbe aprire crisi educative, legali e finanziarie
- Ignoranza culturale
- Molti professionisti non conoscono la LIS, né ascoltano chi è sordo
- Controllo sociale
- L’impianto serve ad allineare le persone al modello dominante
La LIS: l’alternativa che non conviene
- Perché non si dice alle famiglie che esiste un’altra via?
- Perché la LIS non genera profitto
- Non richiede interventi chirurgici né prodotti brevettabili
- E soprattutto: permette ai bambini sordi di crescere con consapevolezza, libertà e identità
È come se, un domani, la scienza trovasse una cura per rendere immortali le persone e le agenzie funebri si arrabbiassero perché le loro aziende fallirebbero. Allo stesso modo, con la LIS non si alimenta più un sistema milionario.
Il problema non è la tecnologia. È l’ideologia
L’impianto non è il nemico.
Lo diventa quando viene imposto come unica soluzione, quando nega l’identità sorda, quando impedisce il bilinguismo e quando priva le famiglie di una scelta realmente informata.
Sempre più famiglie e figli sordi scelgono di imparare la Lingua dei Segni Italiana (LIS). Oltre alle numerose esperienze personali, esiste una prova concreta rappresentata dal dibattito organizzato da Vlog33 il 9 gennaio 2021, durante il quale numerose persone sorde ex oraliste hanno condiviso testimonianze significative.
È possibile visionare il filmato cliccando su questa immagine. Si tratta di esperienze che, tuttavia, continuano a essere sistematicamente ignorate o coperte da una parte del mondo medico, che preferisce perpetuare la narrazione propagandistica precedentemente menzionata.
Conclusione
No, l’impianto cocleare non trasforma i sordi in udenti.
Può essere uno strumento, ma non è una bacchetta magica.
Solo il rispetto, l’accesso alla LIS, la libertà di scelta e la verità possono restituire dignità.
Basta con i miti. Cominciamo ad ascoltare chi vive questa realtà.
Vlog33 è disponibile ad accogliere testimonianze anonime di famiglie e bambini impiantati.
Scrivi a: vlog33@vlog33.it
Siete davvero dei malati di mente e dei provocatori. Spero che falliate.
Grazie per il tuo commento, che consideriamo un’espressione libera, anche se gli insulti gratuiti restano la voce di chi è privo di argomenti. Noi continuiamo a portare avanti la realtà con rispetto, verità e determinazione. Il resto si commenta da solo