Intervento della DOCLIS sulla lettera aperta

La DOCLIS, in seguito alle recenti prese di posizione di Vlog33, T’Amilis e Gruppo SILIS, ribadisce con forza la necessità di un maggiore presenza dei Sordi nell’insegnamento della Lingua dei Segni Italiana (LIS), anche per le note vicende accadute in Puglia, dopo l’avvenuto riconoscimento regionale della Lingua dei Segni Italiana, in cui le persone udenti hanno ottenuto l’incarico di docenti LIS nonostante la disponibilità di docenti Sordi qualificati.

La DOCLIS esprime profonda preoccupazione per la crescente diffusione di questi spiacevoli avvenimenti e dei corsi LIS (di vario tipo) tenuti da docenti, senza qualifiche e competenze necessarie. Questa situazione mina seriamente la qualità dell’insegnamento e l’emancipazione sociale e professionale della comunità Sorda.

Come sottolineato nel Documento di Posizione WFD (scaricabile in formato pdf tramite il link: https://www.ens.it/wp content/uploads/2023/04/Documento-di-posizione-WFD-sulla-ricerca-e-linsegnamento-delle-lingue-dei-segni-nazionali-1.pdf), è fondamentale che siano le persone Sorde a ricoprire un ruolo centrale nella formazione e nello sviluppo della LIS. Solo così potremo garantire un apprendimento autentico e rispettare la specificità linguistica e culturale della comunità sorda.

Il documento evince l’IMPORTANZA delle persone Sorde nei ruoli di docenza e formazione della Lingua dei Segni a vari livelli e del conseguente DEAF EMPOWERMENT nel tessuto sociale italiano. Come ben sappiamo, nel nostro territorio nazionale la Comunità Sorda è stata oppressa a diversi livelli (familiare, scolastico, professionale, sociale, ecc.) da millenni, laddove ha raggiunto il suo punto di massima forza durante il Congresso di Milano nel Settembre 1880. Solo negli ultimi quattro decenni la mobilitazione della comunità Sorda per l’emancipazione verso cittadini a tutti gli effetti ha cominciato a produrre risultati, ma resta ancora molto da fare e da lottare. Questa situazione non favorisce l’inserimento sociale dei sordi, relegandoli in un ruolo di povero “handicappato” e “disabile” con una spesa pubblica maggiore per l’assistenzialismo.

Comunque ci sono alcune piccole realtà rispettose della cultura Sorda in grado di valorizzare socialmente e professionalmente quelle persone, tra cui i progetti di Bilinguismo dell’Istituto Comprensivo Silvestri di Roma e quello di Cossato (BI), laddove da circa trent’anni operano i maestri sordi assieme a quelli udenti creando un patrimonio di ricchezza educativo-linguistico-culturale inestimabile da trasmettere ai tutti discenti, Sordi o udenti. Inoltre un aspetto non trascurabile, in quelle scuole tali progetti vengono esplicitamente menzionati nei loro Piani Triennali di Offerta Formativa -PTOF- 2022-2025 garantendo un chiaro e trasparente patto tra l’ente scolastico e le famiglie e puntando soprattutto al valore di una continuità didattica nel tempo. L’altra realtà degna di nota è quella delle Università (Ca’ Foscari di Venezia, Bicocca e Statale – ambedue di Milano-,
La Sapienza di Roma) che, per i loro corsi di laurea, hanno creato un gruppo misto di docenti universitari Sordi e udenti in grado di trasmettere le competenze e conoscenze maggiori agli studenti rispetto a un corpo docente omogeneo udente. Inoltre, in quei corsi di laurea la Lingua dei Segni viene usata quasi quotidianamente durante le lezioni teoriche e pratiche e tale situazione favorisce l’apprendimento da parte degli studenti avendo una maggior occasione per esercitarla sia a livello
di comprensione sia a quello di produzione.

Perciò la nostra associazione intende porre una soluzione al problema italiano di “pseudo- docenti” proponendo un INCONTRO di confronto fra le diverse parti (tra cui l’Ente Nazionale Sordi, le Università coinvolte e le associazioni di categoria degli Interpreti) perché crediamo che il dialogo sia un potente mezzo costruttivo per garantire tutti noi un futuro migliore, una maggior attenzione e rispetto della comunità di maggioranza verso la nostra comunità, la quale è una minoranza
linguistico-culturale.

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