Lettera aperta alle ditte televisive e agli interpreti LIS: “Senza sordi non se ne parla!!!”

La Comunità sorda in Italia, pur apprezzando la televisione per promuovere, in qualche modo, la conoscenza della LIS (Lingua dei segni italiana) con il pubblico, vede ancora spesso le persone udenti in televisione che parlano per le persone sorde.

Succede così da troppi anni: diversi interpreti apparsi in diversi programmi hanno dato spesso spiegazioni sul mondo dei sordi.

In tutto il mondo lavorativo si sa che in genere il ruolo degli interpreti deve essere quello di interpretare i contenuti vocali dalla lingua originale a quella secondaria e viceversa, non di anche di fornire le proprie conoscenze sulle lingue o altro. Al limite possono parlare del loro lavoro.

A questo punto Vlog33 si chiede come mai finora la televisione ha coinvolto sempre gli interpreti per spiegare la LIS mentre in Italia vi sono numerosi sordi veramente validi per poter spiegare le proprie conoscenze.

Alcuni libri, come molte testimonianze, si riflettono quanto ci sia di atteggiamento paternalistico in chi fornisce servizi per i sordi: forse l’interprete a volte finisce per sentirsi una specie di “padre” e sconfinare, quando i sordi non ne hanno bisogno e anzi pensare di poter essere così pervasivi.

Infatti la Comunità sorda non ne ha bisogno degli atteggiamenti paternalistici anzi si sente offesa perché:

1) La presenza degli udenti in televisione che parlano per i sordi istiga il pubblico a pensare erroneamente come se “Gli udenti parlano per i sordi perché essi non sono capaci”. Questo è una informazione gravemente sbagliata che si deve evitare di diffondere se si vuole che sia una azienda seria e responsabile nel fornire le informazioni corrette in genere;

2) In Italia vi sono numerosi docenti LIS, purtroppo invisibili ed esclusi forse per convenienza economica per un‘azienda televisiva. Forse, chiamare contemporaneamente un docente e l’interprete significa un costo doppio, magari forse all’azienda televisiva converrebbe logicamente chiamare un’unica persona che fa tutto e pagare una volta;

3) La presenza degli interpreti scoraggerebbe il protagonismo delle persone sorde in televisione e non favorisce la dignità delle persone sorde e la percezione positiva delle loro capacità al pubblico, anzi esclude i sordi dalla televisione permettendo agli udenti di rappresentare i sordi;

4) In Europa e negli USA si rispettano i ruoli diversi da cui si vede spesso che i professionisti sordi apparsi in televisione sono più visibili e non anche gli interpreti che traducono semplicemente da dietro. Ad una bella differenza, qui in Italia la TV chiama e mette in evidenza sullo schermo ancora gli udenti facendoli sentire “protagonisti” dimenticando il loro ruolo;

5) A Roma, per non parlare di tutta l’Italia, vi sono docenti sordi del Gruppo SILIS e i ricercatori sordi della LaCAM ISTC-CNR entrambi validi ed idonei per spiegare il mondo dei sordi, compresa la LIS, in televisione. Si è certi che anche per natura dovuta al loro essere sordi tutte le loro spiegazioni corrispondono alla correttezza delle informazioni fornite al pubblico;

6) Se ormai ai nostri tempi vediamo in TV le donne che parlano per le donne, cosi come tutte le altre categorie, non è più accettabile continuare a vedere gli udenti che parlano per noi;

7) Il fatto disvalorerebbe evidentemente da solo l’etica professionale e la serietà non solo degli interpreti LIS ma anche delle associazioni a cui si sono iscritti perché, come sembra, non sanno confinare i ruoli.

La Comunità sorda si augura che le aziende televisive e le associazioni nazionali degli Interpreti LIS leggono questa lettera e riflettono sul rispetto del desiderio della Comunità sorda in Italia affinché siano più chiamati i professionisti sordi mentre le associazioni richiamino gli interpreti a rispettare il desiderio della Comunità Sorda e soprattutto spiegare alle aziende televisive il proprio ruolo limitato ed incoraggiarle a chiamare più sordi.

Vlog33

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23 giugno 2024 – L’Associazione T’amilis ha rilasciato la risposta

24 giugno 2024 – L’ANIP ha rilasciato la risposta

2 luglio 2024 – Il Gruppo SILIS ha rilasciato la risposta

3 novembre 2024 – La DOCLIS ha rilasciato la risposta

One thought on “Lettera aperta alle ditte televisive e agli interpreti LIS: “Senza sordi non se ne parla!!!”

  1. Associazione Nazionale Interpreti LIS/LIST e Interpreti Performer LIS

    Gentile Vlog 33, gentili colleghi.
    L’Associazione Nazionale Interpreti LIS, LIST e Performer denominata ANIP, riconosciuta dal MISE ai sensi della l. 4/2013, esprime rammarico per quanto vediamo scritto nei post.
    Noi siamo dei professionisti che lavorano al servizio della Comunità dei Sordi e purtroppo da qualche anno a questa parte notiamo attacchi ingiustificati nei confronti della nostra categoria. Questo comportamento aggressivo viene giustificato con la questione del desiderio dei sordi di essere protagonisti. Desiderio più che legittimo anche se il modo con il quale viene rivendicato scatena una guerra tra poveri. Gli interpreti di Lingua dei Segni sono da sempre vicini alla Comunità dei Sordi ed è per tale ragione che di fronte a tali dichiarazioni rimaniamo basiti.
    In fondo molti dei nostri professionisti hanno ruoli differenti e competenze trasversali che possono essere spese anche per il bene della Comunità dei Sordi. Tra i nostri associati abbiamo psicologici, pedagogisti, avvocati, infermieri, imprenditori e tanti altri che spendono le loro idee, e le loro energie per creare accessibilità e servizi alla persona sorda. Non troviamo incompatibilità nell’agire in questa direzione. Le idee nascono dalla conoscenza e dalla consapevolezza di quanto c’è ancora da fare. Tra l’altro molti udenti hanno collaborato fattivamente con i sordi al fine di un loro meritato successo professionale. La questione è una sola le persone sorde vogliono essere trattare diversamente o come gli altri? Alcuni dei nostri professionisti poi sono dei formatori ovvero docenti. Allora anche noi udenti dovremmo dire ad esempio, che un sordo non può essere impiegato di un ente pubblico se docente LIS, perché prenderebbe il posto di un’altra persona disabile. Il successo e il protagonismo non si ottiene con la forza, ma con le dovute competenze e con il talento. In Italia non c’è una legge che vieta ad un professionista di lavorare su più campi. Ci sono avvocati che hanno uno studio legale e insegnano nelle Università. Diverso è se della professione si abusa mentre si lavora con un incarico preciso. Un interprete LIS o Performer può essere anche imprenditore, formatore e ideatore di progetti per l’accessibilità se ha le competenze per realizzare ciò. Il mercato del lavoro e dell’impresa è libero tanto più che il lavoro in questione è precario e senza tutele né per la malattia, né per la maternità e né tanto meno per le garanzie al fine di avere una vita professionale tutelata. Altre due parole le vorremmo spendere ai colleghi che continuano a difendere i sordi e a postare messaggi che fanno intendere una certa manipolazione al fine di garantirsi il lavoro. Noi prendiamo le distanze da questi professionisti. Un medico non può essere il sostenitore di un paziente e viceversa. ANIP vuole un rapporto con i sordi professionale senza doversi necessariamente schierare con loro, perché se lo facessimo sarebbe per opportunismo e dimostreremmo così facendo, di non trattarli come persone ma come esseri fragili. ANIP crede che le persone sorde possano fare tutto, anche guadagnarsi il successo. E che per ottenerlo non debbano necessariamente andare contro gli udenti. E allo stesso modo pensiamo che gli udenti possano nel settore della Lingua dei Segni ottenere lo stesso successo. Il successo in una direzione o nell’altra se ottenuto significa il raggiungimento di un obiettivo, quello della realizzazione di qualcosa di importante per la Comunità dei Sordi. Il mondo dei sordi e il mondo degli udenti che ad oggi sembra voler vivere parallelamente, di fatto vive nello stesso mondo basta solamente averne una percezione più umana.
    Ultimo e non meno importante comunicato, ANIP intende procedere legalmente nel caso in cui post offensivi, denigratori e discriminanti colpissero, come già successo più volte in passato, uno o più professionisti iscritti alla nostra organizzazione.

    Presidente Nazionale ANIP
    Segretario Generale ANIP
    Consiglio Direttivo ANIP

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